Il Tempo di una mamma

Scrivere un post personale è sempre un momento delicato per quanto mi riguarda.

Solitamente tendo a non raccontare troppo di me, più che altro della sfera più intima delle mie giornate, perché sono sempre stata convinta che i lettori di un blog siano più interessati alla lettura di articoli divertenti e non lagnosi, oggi però ho scelto di condividere una parte della mia vita che obiettivamente è davvero molto pesante, e questa stessa parte è quella su cui maggiormente mi confronto con le mie amiche mamme perché abbiamo capito che navighiamo tutte insieme sulla stessa barca.

 

Di cosa sto parlando?! Del fatto che come mamme ci capita di arrivare con l’acqua alla gola per le duemila cose che abbiamo da fare durante la giornata e il più delle volte siamo sole. SOLE.

Sole perché le famiglie, anche coloro che ci dovrebbero essere più vicini svicolano, fanno finta di non rendersi conto che anche noi alla sera siamo stanche morte, siamo esauste, siamo magari così stanche che davvero ci confondiamo su delle piccole cose e non abbiamo più voglia nemmeno di stare a questionare.

Tante di noi mamme lavorano anche, sono fuori tutto il giorno e devono incastrare i propri impegni di lavoro con quelli che la vita ci sbatte in faccia tutti i giorni e la routine che deve essere mandata avanti; io personalmente lavoro in proprio, ma non mi ritengo fortunata al 100% per questo perché non lavoro quanto vorrei e quando lavoro in ogni caso i miei orari devono per forza combaciare con quelli del nido di Tommy ad esempio, o con il fatto di portarlo in piscina o a qualche visita medica etc. Mi è capitato spessissimo di lavorare con lui in laboratorio, “oh che bello che ti porti il bimbo in lab”, volete la verità: col cazzo! Bello certo averlo che girovaga per il lab, che mi chiama in continuazione, che il lavoro che prima riuscivo a finire in mezz’ora adesso lo termino in due ore perché nel frattempo c’è anche lui da gestire. Ho lavorato con lui in fascia quando era neonato, poi con lui nel marsupio sulla schiena che mi si addormentava addosso e mi sentivo terribilmente in colpa perché in qualche modo lo costringevo a stare lì con me quando avremmo potuto fare altro di più divertente, e in contemporanea ero anche arrabbiata perché sapevo che non sarei riuscita a “combinare nulla”, ovvero a portare davvero a termine tutto quello che mi ero prestabilita per quella mattina di produzione.

Perché in fondo cosa vuoi che sia, io faccio solo torte e biscotti, quanto vuoi metterci a fare torte e biscotti!?

Sono assolutamente concorde sul fatto che il figlio io lo abbia voluto, quindi sapevo esattamente a cosa sarei andata incontro, certo ne sono consapevole! Non per questo però il MIO TEMPO vale meno di quello di qualsiasi altra persona.

Il tempo di una mamma, di una mamma che lavora o che vorrebbe lavorare ha lo stesso identico valore di quello del papà che lavora e che quando torna a casa alla fine della giornata guarda la moglie o compagna o fidanzata che sia e ha il coraggio e la faccia tosta di permettersi di dire che “sei stata in casa tutto il giorno”, sottintendendo “non hai fatto nulla”. Perché questa cosa succede, e succede molto spesso, con queste parole o con altre o anche solo con atteggiamenti o con commenti velati, ma succede.

Succede che chi ci sta intorno pensi che sia normale che siamo noi a badare ai figli per il 90% del tempo, si ok ma tutto il resto ha sempre scritto sopra solo il nostro nome!? Non credo proprio, sono fermamente convinta che la collaborazione sia essenziale per la gestione del quotidiano e quando non si riesce ad averla “gratis” ( ovvero che nasca in autonomia dalla buona intenzione di entrambi di aiutarsi a vicenda), la si debba pretendere a gran voce, perché noi mamme abbiamo il diritto di essere stanche alla sera, e abbiamo il diritto di poterci sedere sul divano quando finalmente abbiamo messo a nanna i bimbi, senza dover pensare alla biancheria stesa fuori da ritirare, piegare e mettere via per evitare che si accumuli sulla sedia della cameretta per giorni e giorni,  senza doverci ricordare di far partire la lavapiatti o la lavatrice o di dover passare l’aspirapolvere o lavare il bagno o altre incombenze casalinghe che fanno parte del quotidiano. Se chiediamo aiuto è in quel momento, non tra 5 minuti.

Se chiediamo aiuto è perché ne abbiamo bisogno, se chiediamo di venir sollevate da alcune incombenze non è perché poi queste stesse ci debbano ricadere addosso di nuovo il giorno dopo e soprattutto l’aiuto che chiediamo non deve maturare interessi come fosse merce da strozzinaggio. Se chiediamo aiuto datecelo senza chiedere nulla in cambio se non un grazie, e soprattutto dateci del tempo senza guardare l’orologio, perché noi mamme l’orologio non sappiamo nemmeno che cosa sia, abbiamo gli orari dei figli che ci scorrono nelle vene al posto del sangue, sappiamo quando/dove/come fare le cose senza guardare le lancette, per cui quando chiediamo 5 minuti per noi stesse, regalatecene 10 e basta.

( immagini tratte da pinterest)

Enjoy the green side of life!



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