I miei cinque libri di puericultura preferiti

Era davvero molto tempo che volevo scrivere un post dedicato i libri di puericultura che ho avuto modo di leggere da tre anni a questa parte, ma non ho mai trovato il momento adatto per pubblicarlo, poi semplicemente mi sono messa alla tastiera e come spesso accade le parole si sono scritte da sole ed ecco qui l’articolo.

Devo fare una dovuta premessa: prima di restare incinta non avevo la più pallida idea di cosa fosse un libro di puericultura, nel senso che non mi era mai passato per la testa che in vita mia ne avrei preso uno fra le mani e poi addirittura letto. Nemmeno passavo in “quel” reparto delle librerie, o se mi capitava era solo perchè il più delle volte quei libri erano posti vicino agli scaffali dedicati ai libri di cucina e quindi mi cadeva l’occhio più sulle copertine che non sui titoli.

I miei cinque libri di puericultura preferiti

Poi ho scoperto che sarebbe arrivato il mio bimbo e ovviamente, inesperta quale ero ho pensato che leggere e informarmi sarebbe stata una buona idea, in fondo io davvero non avevo idea di cosa aspettarmi per cui ho iniziato a fermarmi in libreria e andare oltre la semplice copertina dei libri e i titoli accattivanti; ho scelto una lista di titoli, ho cercato gli autori per capire chi fossero e quando ho trovato il mio canale allora ho davvero scelto cosa leggere. C’è da dire che tra tutto quello che ho letto io ho scelto davvero un filone, altrimenti forse sarei ancora lì a fissare le copertine dei libri sul banco della libreria senza sapere quale leggere per primo e di che argomento.

I LIBRI SULLA NANNA DEI BAMBINI

i miei cinque libri di puericultura preferiti

I primi libri che ho letto riguardavano il delicato momento della nanna dei neonati e qui ho scoperto che esiste un vero e proprio mondo a parte nella letteratura di settore divisa ovviamente tra coloro che sostengono che per far dormire i bambini sia necessario il pugno di ferro e quindi lasciarli piangere a intervalli regolari fino a quando si calmano da soli (a pochi mesi di vita, precisiamo questo importantissimo fattore) e si addormentano, e coloro che invece sostengono che i neonati siano da accudire e che il momento della nanna sia fondamentale nel loro sviluppo e che quindi vada preservato e vissuto in modo molto naturale soddisfacendo la richiesta più che legittima di vicinanza e amore.

Dato che io sono una curiosa di natura e appena posso leggo tantissimo, pur essendo io una mamma ad alto contatto ho volutamente letto anche un paio di testi che promulgavano un metodo vero e proprio per far dormire i bambini. Onestamente con Tommy non mi serviva perchè noi avevamo già trovato il nostro equilibrio, ovvero il bed sharing, ma ero curiosa di leggere davvero di cosa parlassero in quei testi.

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1. Facciamo la nanna di Grazia Honegger Fresco ed Il Leone Verde

L’autrice è pedagogista e allieva di (mitica e inimitabile) Maria Montessori; in questo libro vuole spiegare le dinamiche del sonno dei bambini, aiutando quei genitori che faticano a far addormentare i propri bambini. Vengono fornite all’interno del libro le spiegazioni sul perchè sia importante il sonno nei bambini, soprattutto quando ancora molto molto piccoli e come creare dei ritmi nella routine quotidiana fondamentali per lo sviluppo, la crescita e il benessere generale dei nostri piccoli.

2. I Cuccioli non dormono da soli di Alessandra Bortolotti ed. Mondadori

Di questa autrice ho letto davvero molto e la apprezzo tantissimo, lei è psicologa dell’età infantile e esperta del periodo perinatale; in questo libro la scrittrice esplica come poter scegliere in tutta consapevolezza e serenità come e dove dormire con i propri bimbi, prestando sempre molta attenzione ai loro bisogni e alle loro richieste soprattutto di contatto e amore.

Ricordiamoci però che i processi volti a modificare i ritmi fisiologici e naturali del sonno non servono al bambino. Servono invece ai genitori, che vengono illusi sulla necessità di applicarli. Non esistono metodi dolci o metodi rigidi: esistono adulti che, a causa dei ritmi frenetici imposti dalla nostra società, credono di poter interferire in ciò che è naturale e innato in ogni bambino. Lasciar piangere un figlio perché impari a dormire da solo è fonte di stress soprattutto per chi è ancora troppo piccolo per capire le parole e le motivazioni dei genitori. (cit.  Alessandra Bortolotti)

Del partito opposto in merito di nanne e pisolini ci sono i “metodi” ovvero quello proposto da Estivil o da Tracy Hogg: il primo è un medico spagnolo che su non si sa bene quali basi scientifiche sostiene che i bambini debbano piangere fino allo sfinimento ovvero fino a quando non crollano da soli di sonno e si addormentano.

Esiste una nota pubblicata dall’Associazione Australiana per la Salute Mentale Infantile (AAIMHI) sugli effetti dannosi del lasciar piangere i bambini durante l’addormentamento o ai loro risvegli. L’articolo in questione si riferisce al pianto associato al sonno e ai metodi che pretendono di far dormire i bambini utilizzando l’estinzione graduale, cioè una tecnica comportamentale diretta a modificare i comportamenti considerati patogeni.

Il pianto, quindi, rientrerebbe tra questi comportamenti indesiderati e modificabili attraverso apprendimenti che gradualmente lo renderebbero inutile. Infatti è proprio questo che i metodi in questione provocano: non che il bambino non si svegli, bensì che non usi più il pianto per richiamare il genitore in caso di necessità.

Da un punto di vista psicologico, il pianto ignorato rappresenta una mancanza di efficacia del segnale che i bambini da sempre utilizzano per comunicare coi propri genitori o con chi si prende cura di loro, e può creare in loro sensazioni di inadeguatezza circa la propria capacità di esprimere paure e disagi, ricevendone regolazione emotiva dall’ adulto.

In conclusione, siamo davanti ad una operazione commerciale molto ben riuscita ma priva di valore scientifico e per giunta non scevra di gravi rischi per i nostri bambini.
I lettori comprano, regalano e utilizzano questo libro pensando di risolvere un falso problema in quanto i risvegli notturni dei bambini fino circa al terzo anno di età rientrano nel normale sviluppo fisiologico delle loro cellule nervose. (cit. Alessandra Bortolotti)

La Hogg è leggermente meno intransigente e i suoi testi hanno spunti in ogni caso interessanti, vale la pena quantomeno, a mio personale avviso, leggere il suo “Il linguaggio segreto dei neonati“: uno degli aspetti che ho apprezzato del suo libro è stato il consiglio di scandire la giornata di un neonato in momenti sempre uguali, ovvero stabilire una routine da mantenere e adattare le proprie abitudini ai nuovi ritmi dei neonati. Il problema di un “metodo” è che come tale prevede delle regole da seguire e noi sappiamo benissimo quanto i bambini siano in continua evoluzione e quindi spesso diventa difficile riuscire a seguire questi regimi quando abbiamo a che fare con dei neonati, per cui un conto è stabilire una routine e un conto è essere categorici su molti aspetti come anche l’allattamento al seno.

Lo schema di routine proposto dalla Hogg, oltre ad essere piuttosto rigido (specie nei tempi, cui l’autrice tiene particolarmente), dovrebbe essere più ‘negoziabile’ per quanto riguarda l’ordine dei fatti” sottolinea Maria Luisa Tortorella: “non a tutti i neonati interessa mangiare appena svegli, anzi a volte il momento del risveglio (se non accompagnato dal pianto ‘da fame’) è il migliore per le interazioni e la scoperta del mondo, per i giochi con le manine e l’ascolto di parole e canzoncine; moltissimi neonati, poi, si addormentano subito dopo la poppata e quindi la routine diventa ‘A.E.S.Y.’. L’importante è sempre capire chi abbiamo di fronte ed adattarci alle sue esigenze, almeno nella misura in cui la vita di famiglia lo consenta.

Leggi anche -> Il linguaggio segreto dei bambini commentato da una pediatra italiana

I LIBRI SULLO SVEZZAMENTO

Dopo il delicato tema della nanna, arriva per tutte noi mamme lo spauracchio dello svezzamento! Certo esistono tante linee guida che ci aiutano a capire quando iniziare a proporre cibo solido o semi solido ai nostri bimbi e mano a mano sostituire le poppate con cibi sempre più elaborati.

i miei cinque libri di puericultura preferiti

Ho scelto pochi libri che parlassero di svezzamento, non tanto per capire come fare più che altro per avere qualche suggerimento pratico con idee e spunti per portare avanti uno svezzamento vegetariano equilibrato e che avesse tutte le caratteristiche corrette per l’alimentazione di un bimbo in crescita.

3.Svezzamento Naturale” di Giulia Fulghesu ed Tecniche Nuove

Un manuale davvero molto interessante con la spiegazione degli alimenti, le corrette combinazioni alimentari e propone una sana alimentazione ricca di ingredienti di origine biologica, senza troppe manipolazioni e il più naturale possibile.

Sullo svezzamento potete trovare milioni di libri di ricette, tra tutti quelli in commercio mi hanno regalato un paio di testi carini che possono sempre servire a mio avviso dopo i nove mesi, uno di questi è “Il cucchiaino d’argento” e “Piccoli gourmet crescono” di Sigrid Verbert, entrambi molto molto commerciali ma vi si possono trovare delle ricette carine e interessanti da proporre ai bimbi mano a mano che crescono, ovviamente sono dedicati a genitori e bambini onnivori, ma con le dovute modifiche si possono variare moltissimi ingredienti e tramutare le ricette in vegetariane.

Un libro che invece ho amato alla follia e parla del rapporto tra i bambini e il cibo è quello di Carlos Gonzales “Il mio bambino, non mi mangia!

La madre si prepara a dare da mangiare a suo figlio mentre lo distrae con un giocattolo. Lei prende un cucchiaio e lui, subito, predispone il suo piano strategico contro l’eccesso di cibo: la prima linea di difesa consite nel chiudere la bocca e girare la testa.
La madre preoccupata insiste con il cucchiaio. Il bambino si ritira allora nella seconda trincea: apre la bocca e lascia che gli mettano qualsiasi cosa, però non la inghiotte. I liquidi e i passati gocciolano spettacolarmente attraverso la fessura della sua bocca e la carne si trasforma in una immensa palla.

Questa situazione, più tipica di un campo di battaglia che di un’attività quotidiana, illustra con umorismo la tesi centrale di questo libro: l’inappetenza è un problema di equilibrio tra quello che un bambino mangia e quello che sua madre si aspetta che mangi.

Sempre di Gonzales vi suggerisco anche “Un dono per tutta la vita” dedicato all’allattamento al seno, di cui il pediatra spagnolo è un grande sostenitore e uno dei maggiori esperti.

Leggi anche -> Baby Canederli

Leggi anche -> Se non mangia, mangerà!

LIBRI DI EDUCAZIONE ED EMPATIA

Una volta sopravvissuta anche allo svezzamento arriva quel momento in cui capisci che il tuo bimbo sta crescendo a vista d’occhio e non solo perchè i vestitini gli stanno corti, ma perchè inizia a manifestare atteggiamenti nuovi, sempre più complessi e che richiedono un’interazione ancor maggiore e più dinamica mano a mano che i mesi passano.

Ovviamente stiamo sempre parlando di bimbi molto piccoli che ancora non si sanno esprimere a parole, ma che capiscono molto bene quello che noi genitori facciamo e assimilano i nostri comportamenti e i nostri atteggiamenti, colgono le sottili differenze di tono quando ci rivolgiamo loro, oltre che il nostro umore e i nostri stati d’animo.

4. Più che un titolo solo voglio suggerirvi direttamente un’autrice: Elena Balsamo, ho letto diversi suoi testi e i due che più ho apprezzato, che mi hanno motivata ma anche commossa sono “Sono qui con te” e “Libertà e amore” quest’ultimo dedicato all’educazione montessoriana come approccio naturale.

5. Intelligenza emotiva per un figlio” di John Gottman

Ho letto questo libro in un momento delicato del mio lavoro di mamma e avevo bisogno di capire molto meglio come potermi approcciare al mio bimbo in modo empatico, cosa che fino a quel momento non ero stata così brava a fare, ci avevo provato ma non avevo ancora capito come fare; leggendo questo testo mi sono in qualche modo auto analizzata e ho capito quanti errori io stessi commettendo, così ho cambiato il mio punto di vista e ho cambiato tantissime abitudini sbagliate che stavo portando avanti con Tommy.

Questo libro mi è stato davvero molto utile per capire che tipo di genitore fossi e quale tipo di genitore io voglia essere, per cui attraverso tutta una serie di piccoli esercizi (l’autore si rivolge a genitori di bambini e adolescenti) è possibile capire come migliorare il proprio approccio, e aumentare il proprio grado di empatia nei confronti del proprio bambino.

Ho sempre sostenuto che non si possono crescere i bambini con i libri, ma che i libri possano essere funzionali a capire come meglio orientarci nelle diverse fasi di crescita allora questo si! Non è possibile seguire pedissequamente tutto quello che leggiamo, ma informarci come genitori e capire che possiamo evolvere il nostro punto di vista e cambiare le nostre convinzioni magari dettate da un’impostazione vecchia, quella con cui ci hanno cresciuto i nostri genitori e i nostri nonni, è molto importante e se per farlo abbiamo a disposizione tanti libri da poter leggere e dai quali cogliere quegli aspetti che a seconda del momento possono venirci in soccorso allora è fondamentale continuare a informarci ed essere sempre costantemente aggiornati.

In ultimo posso solo consigliarvi di leggere davvero tutti i libri di Maria Montessori, a me hanno aperto la mente e se prima di avere Tommy avevo una visione piuttosto confusa su chi fosse e soprattutto su cosa avesse smosso nel mondo pedagogico educativo, dopo aver letto la maggior parte dei suoi libri ho capito che per crescere un bambino sereno e felice devo essere in grado di poterlo accompagnare nel suo percorso evolutivo standogli accanto ma non sostituendomi a lui e soprattutto assecondare la sua indipendenza e la sua naturale voglia di conoscere, proponendogli attività e lavori in linea con la sua fascia di età e le sue competenze.

Leggi anche -> L’educazione cosmica secondo Maria Montessori

Spero che questa mia personale raccolta di titoli e autori possa essere utile anche a voi, ci sono ovviamente moltissimi altri libri che sto leggendo ora e che riguardano aspetti della crescita diversi da quelli affrontati con i testi che vi ho suggerito in questo articolo, ma su cui avrò modo di scrivere nei prossimi mesi per andare avanti con questo argomento.

Enjoy the green side of life!

 

 



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