Psicomotricità per bambini: scopriamo insieme che cosa sia e a chi si rivolge!

Salve a tutti, sono Elisa Querini, una Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, specializzata in Disturbi dello Spettro autistico, Comunicazione, Ritardi Psicomotori e Disturbi dell’Apprendimento.
Mi sono laureata con lode nel 2011 all’ Università la Sapienza di Roma, ho conseguito nel 2016 un Master in Disturbi del Linguaggio e Dell’apprendimento, valutazione, riabilitazione e potenziamento cognitivo e un corso di alta formazione di primo e secondo livello sulla Comunicazione Aumentativa Alternativa. 
Dal 2011 ad oggi lavoro presso centro riabilitativi, nelle scuole come supporto alle insegnanti per la gestione dei piani educativi e didattici dei miei piccoli pazienti e presso il mio studio.

Nel vostro percorso vi siete mai dovuti rivolgere ad Terapista dell’Età Evolutiva?

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Andiamo a vedere insieme chi è e di cosa si occupa.

CHI E’ IL TERAPISTA DELL’ETÀ’ EVOLUTIVA?

Il Terapista Della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, più comunemente chiamato TNPEE, è un professionista sanitario che svolge, in stretto rapporto con il Neuropsichiatra Infantile e insieme ad un’equipe multidisciplinare specializzata in età evolutiva (fascia d’età 0 – 18 anni), gli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nell’ampio e vasto gruppo delle malattie neuropsichiatriche infantili. 

Lo psicomotricista  dovrà essere in grado di instaurare con i bambini un rapporto di empatia, senza giudicare ma accogliendo l’individualità del bambino. Si metterà sullo stesso piano dei bambini (solitamente veste in tuta, si rotola per terra), li rassicura e comunica con loro, ascolta i loro bisogni. Aiuta così i bambini a individuare le proprie capacità, a trovare una propria identità e a sviluppare armonicamente la propria personalità.” (cit. Andrea Bonifacio)

Il Terapista dell’Età Evolutiva si occupa di situazioni di disabilità dovute a ritardi di acquisizione, disturbi o patologie che limitano le capacità del bambino nella sua crescita. Il TNPEE pone grande attenzione alla globalità dello sviluppo, considerando il bambino nella sua interezza, nel suo equilibrio complessivo, nell’integrazione di tutte le sue competenze, nell’interazione tra lo stadio di sviluppo e l’evoluzione della patologia.

INTERVENTO NEURO PSICOMOTORIO, A CHI E’ RIVOLTO?

“I bambini esprimono le loro emozioni e le loro paure attraverso il corpo e questo è il tramite essenziale attraverso cui manifestano anche i contenuti della mente e della psiche – dice Andrea Bonifacio, presidente dell’Associazione Nazionale Unitaria Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva Italiani (Anupi), l’associazione che rappresenta i professionisti che si occupano di psicomotricità sia educativa che terapeutica.

Un’intervento di Neuro e Psicomotricità è rivolto sia a bambini a rischio,  che a bambini con diagnosi conclamata. 

Può essere, infatti, un intervento preventivo, applicato su bambini  che non mostrano segni chiari per l’attribuzione di una diagnosi, ma che presentano comunque delle difficoltà specifiche che creano una situazione di rischio, bambini, quindi,  che necessitano di sostenere le proprie competenze e di essere accompagnati al meglio nelle tappe di sviluppo che si trovano a percorrere. 

Nei bambini che sono già stati inseriti in un inquadramento diagnostico, il percorso di Neuro e Psicomotricità si mostra essenziale per lo sviluppo del bambino e per l’evoluzione della patologia. 

Leggi anche -> Psicomotricità per bambini cos’è e a cosa serve.

 

I PASSI DA SEGUIRE PER APPROCCIARE ALLA TERAPIA NEURO PSICOMOTORIA

Nel caso vi venisse il dubbio che vostre foglio avesse bisogno di un intervento del TNPEE, a chi dovete rivolgervi? La terapia neuro e psicomotoria è una vera e propria prescrizione, non è consigliabile decidere autonomamente se portare il proprio figlio ad effettuare sedute di Neuropsicomotricità. 

È compito del Neuropsichiatra Infantile o del Pediatra, introdurre il bambino nel miglior percorso possibile indirizzando il genitore verso lo specialista, o un equipe di specialisti, più adatti e con una formazione adeguata alla patologia o alla difficoltà emersa. 

Giunti dal Neuro e Psicomotricista verrà effettuata una valutazione delle competenze del bambino indagando i vari livelli di sviluppo. In conclusione del percorso valutativo verrà stilato un programma riabilitativo condiviso con il Neuropsichiatra e l’equipe di riferimento al fine di iniziare il lavoro terapeutico vero e proprio.

Gli obiettivi centrali della psicomotricità sono:

  • La stimolazione al fare, tramite attività di imitazione, o la ripetizione di sequenze ritmiche ed esecuzioni di giochi motori;
  • La sollecitazione alla ricerca, con la sperimentazione di nuovi movimenti e la ricerca di elementi nuovi nell’esecuzione delle attività;
  • La comunicazione, tramite attività di interazione, confronto, autonomia, accrescimento dell’autostima, codifica e decodifica dei messaggi secondo un sistema convenzionale di regole;
  • Le conoscenze, tramite la conoscenza dello schema corporeo, individuazione delle proprie possibilità fisiche e di movimento. Si acquisiscono inoltre competenze organizzative dello spazio e del tempo, oltre alle capacità di equilibrio e coordinazione.

IL GIOCO COME STRUMENTO RIABILITATIVO

La terapia neuro psicomotoria ha alla sua base il gioco come mezzo terapeutico principale. Le attività di gioco verranno calibrate in base alle abilità, alle capacità e agli obiettivi che si vogliono  raggiungere.
Come ben sappiamo il gioco è lo strumento che naturalmente tutti i bambini utilizzano per imparare e per fare esperienza, vale bene la pena usarlo per stimolare i nostri piccoli pazienti nell’acquisizione di competenze che faticano a raggiungere. 

La  scelta dei giochi utilizzati è varia e strettamente legata alle competenze che necessitano di essere stimolate. In bambini con problemi di organizzazione del movimento si prediligeranno percorsi psicomotori, incastri, puzzle, perline, pittura; in bambini con problemi relativi al linguaggio si sfrutteranno i giochi di finzione e tomboline semantiche.

“La psicomotricità osserva come si organizzano i bambini per giocare. Lascia loro lo spazio per dare libero sfogo alle esigenze di movimento e corporeità. Il gioco permette di sviluppare abilità motorie, cognitive e sociali ed è una espressione importante della vita affettiva del piccolo. Durante la seduta psicomotoria il bambino può compiere esperienze di gioco, da solo o in piccoli gruppi, senza fretta e senza costrizioni, utilizzando il materiale presente nella sala”. (fonte Giovani Genitori)

Nonostante l’aspetto ludico della terapia e del terapista, non bisogna assolutamente sottovalutare tale figura professionale e provare a mettersi al suo posto; tentazione che può venire poiché “gioca soltanto”. 

Quel gioco è strumento per un fine, scelto con cura, talvolta costruito e pensato  ad hoc per quel singolo bambino.

Quando sorgono dei dubbi sull’andamento dello sviluppo di un bambino, l’intervento specifico e personalizzato ad opera di uno specialista dell’età evolutiva si mostra cardine e fulcro essenziale per il futuro sviluppo del bambino.

Qui di seguito qualche consiglio di lettura, se voleste approfondire!



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