Era Digitale: come Tutelare l’Infanzia senza Demonizzare la Tecnologia

Per i bambini nati nell’era digitale è normale avere nella loro quotidianità cellulari, tablet e computer a portata di mano, anzi a portata di manina. Eh sì, perché fin da molto piccoli i bambini si approcciano con questi apparecchi e ne sono affascinati.
A tre o quattro anni lo schermo che li attrae non ha soltanto la forma del televisore: ben più pratico e seducente è quello del cellulare dei genitori o del comodo tablet. Non serve neppure conoscere i numeri che compaiono sul telecomando per trovare il canale giusto, in cui vanno in onda i programmi preferiti, basta sfiorare con le dita il touchscreen e il gioco è fatto.

L’INFANZIA 2.0: LA DIGITALIZZAZIONE DEI BAMBINI

Perché questo accade? Sicuramente le luci, colori e i suoni che questi apparecchi emanano attraggono i bambini, ma più di tutto ad attirare la loro attenzione e l’uso che ne vedono fare da mamma e papà e dagli adulti con cui si rapportano.

Il loro pensiero è: se mamma e papà hanno continuamente in mano il telefono sarà qualcosa di sicuramente fantastico!

Esattamente come accade ad esempio, quando banalmente ci vedono in cucina e vogliono usare le pentole e gli utensili dei grandi.

Con questo non sto dicendo che sia colpa dei genitori, ma che i genitori hanno tra le mani una grande responsabilità, ma anche un grande potere. I bambini imitano e assorbono ciò che vedono fare e lo ripropongono.

Come per ogni cosa credo che vada applicata la giusta via di mezzo, il giusto equilibrio. Negare l’esistenza di questi apparecchi sarebbe utopico e anche non del tutto corretto a mio parere. È importante star loro vicino, insegnando ad utilizzare questi strumenti, evitando la sovraesposizione, selezionando i contenuti da vedere.

È importante che ci sia un adulto vicino per commentare quello che viene visto, per rispondere alle domande, tranquillizzare se necessario.

La tecnologia non va demonizzata, ma non deve neanche passare il messaggio che tutto ciò che in essa si nasconde vada bene per gli occhi di tutti.

L’infanzia va protetta, vanno protetti i suoi diritti. E per farlo è necessario che noi, come adulti, non lasciamo i bambini in balia del mondo esterno. Vanno protetti dall’esposizione di informazioni, di immagini che non sanno gestire perché non hanno gli strumenti emotivi per farlo. Faremmo mai andare un bambino di 5, 6 anni in giro da solo di notte in un bosco? Ecco, la situazione è la stessa: essere soli in un mondo che non si conosce, senza strumenti per proteggersi.

COSA C’E’ DIETRO LO SCHERMO: QUELLO CHE I BAMBINI TROVANO FACILMENTE ONLINE.

Negli ultimi anni si è parlato molto di alcuni video che hanno preso piede su YouTube e che presentavano contenuti come violenza, scene sessuali, droga, alcol. Il fenomeno è stato denominato ElsaGate, dal nome “Elsa” protagonista del cartone animato Frozen, spesso presente in tali video, e da “Gate”, suffisso utilizzato in America per definire gli scandali. Si usava la presenza di questi personaggi per nascondere fini ben diversi: questi video passavano il “parental control”, che si può configurare sui dispositivi elettronici, perché con contenuti apparentemente adeguati.

I bambini restavano impressionati perché personaggi dei cartoni che conoscevano, come Spiderman, Peppa Pig, Topolino, mettevano in atto comportamenti osceni, violenti e inaspettati, erano ricoperti da insetti e serpenti oppure si facevano del male e morivano.

La visione di questi filmati, così come la dipendenza dallo schermo può creare diversi disturbi, come difficoltà nella concentrazione, difficoltà nel sonno, problemi con il cibo e nei rapporti sociali.

L’infanzia di per sé non ha bisogno di videoschermi, non ha bisogno di una realtà virtuale. 

Prima dei 3 anni un bambino necessita di sviluppare competenze interagendo con l’ambiente attraverso esperienze sensoriali che utilizzino tutti e cinque i sensi. Questo è ciò che dicono le linee guida secondo le quali per i bimbi molto piccoli (0-3 anni) sarebbe meglio evitare l’uso di schermi, e limitarli andando avanti nel tempo (3-6 anni). 

Questo anche perché l’esposizione alla tecnologia per tempi prolungati in tenera età può portare a importanti problemi attentivi. Detto ciò, secondo me è sempre fondamentale trovare il giusto equilibrio, adattandosi all’epoca storica in cui viviamo senza però subirla. 

Rispettare rigorosamente le linee guida al giorno d’oggi, a parer mio, può essere complicato. Questo non vuol dire lasciare i bambini davanti alla televisione, al tablet o al telefono tutto il giorno, ma neanche demonizzare tali strumenti.
Come in tutte le cose è giusto trovare un compromesso ed un equilibrio, senza estremizzare e soprattutto senza sensi di colpa da parte del genitore. Evitarli se possibile fino all’anno e mezzo, preferendo canzoncine senza i video. Poi si può iniziare a proporre per brevi periodi, sempre con raziocinio. Il tempo di esposizione cambia molto in base a diverse variabili, età, tipologia di cartone, temperamento dei bambini…indicativamente dai 10 minuti all’ora come limite massimo.

LEGGI ANCHE -> Bambini e televisione

LEGGI ANCHE -> L’algoritmo di YouTube che cattura i bambini.

EDUCARE I BAMBINI ALL’UTILIZZO CORRETTO DEI DEVICE

Occorre che l’utilizzo di questi media entri a far parte del lessico familiare. Di fatto è necessario educare i bambini a un uso non banale di cellulari e tablet; come si insegna ai ragazzi a non passare con il rosso, così è indispensabile indirizzarli a un corretto impiego di strumenti che marcano con forza la loro vita.

Spesso sento dire che bambini e ragazzi si assentano dietro allo schermo, che sono come alienati da tablet, cellulari e pc, ma noi dove siamo? Noi adulti come possiamo permettere questo?

Se siamo noi i primi ad assentarci dietro ad uno schermo, a giocare con il nostro bambino con una mano e con l’altra tenere pronto il telefono per fare un video o una foto, se mentre loro ci parlano scorriamo la bacheca di Instagram e Facebook, come possiamo rimproverare la loro assenza, se siamo noi i primi a non essere totalmente presenti?

Ovviamente non è sempre così e non lo è per tutti. I miei come sempre non vogliono essere giudizi ma spunti di riflessione, perché non è mai tardi per cambiare le cose.

CONSIGLI DI LETTURA PER APPROFONDIRE:



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *