Vieni con me all’Asilo nel Bosco? L’esperienza di Simona nell’Educazione Outdoor

Nel nostro percorso di condivisione di proposte alternative che riguardano l’educazione scolastica dei bambini ci siamo spesso soffermate a parlare dei benefici delle esperienze in natura, a stretto contatto con il mondo e con stimoli sempre nuovi che sappiano creare interesse nei bambini e accrescere il loro sviluppo neuro cognitivo.
Oggi ho pensato di coinvolgere direttamente un’amica e mamma di due bellissimi bimbi così che ci potesse raccontare la sua esperienza personale con la proposta educativa dell’Asilo nel Bosco.

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Simona, foodblogger di Favole e Farina ci racconta la sua esperienza da mamma che ha sperimentato una realtà di educazione outdoor.

QUALE ASILO/SCUOLA NEL BOSCO FREQUENTANO I TUOI FIGLI? CHE ETA’ HANNO?

Alessandro ha 3 anni e frequenta il primo anno del Progetto Educare nel Bosco di Pianoro (Bologna), che fa parte della cooperativa Canale Scuola.
Mattia ha 6 anni e ha frequentato gli ultimi 2 anni della stessa scuola, prima di iniziare le elementari in una scuola statale outdoor.

COSA VI HA SPINTO VERSO QUESTA SCELTA?

Una brutta esperienza vissuta durante il primo anno di scuola materna di Mattia, e quando dico brutta, intendo di quelle che non vorresti mai sentire neanche al telegiornale.

Oggi dico grazie, perché quell’esperienza ci ha dato il coraggio di lanciarci in un progetto che sì, ci piaceva molto ma sembrava pressoché irrealizzabile nella nostra situazione, a causa della distanza, degli orari e degli impegni lavorativi.

Ho deciso di partecipare all’open day e la reazione di Mattia durante l’incontro mi ha convinta che avremmo trovato una soluzione a tutto: arrampicato su un albero mi dice “mamma, voglio vivere qui!”.

Mio marito inizialmente era molto spaventato dall’aspetto organizzativo, ma una volta presa la decisione abbiamo anche trovato il modo, volta per volta, di far combaciare tutto.

DESCRIVICI PER FAVORE UNA GIORNATA TIPO NELL’ASILO NEL BOSCO

Raggiungere il bosco non è lo stesso per tutti, alcuni ci arrivano in macchina accompagnati dai genitori (con grande utilizzo del carpooling) altri in “boscobus” guidato da una delle maestre.

Una volta che sono arrivati tutti, si raggiunge il campo base per sistemare le proprie cose, zainetti e, se necessario, abbigliamento, quindi ci si prepara per “il cerchio”,  momento di condivisione che serve per salutarsi, per esprimere, se i bambini ne hanno voglia, emozioni, ricordi, racconti; serve anche a ripassare le regole, poche ma indispensabili linee guida per la sicurezza propria e altrui, impostare le attività, assegnare piccoli compiti.

Dopo il cerchio si entra nel vivo della giornata, le attività prendono avvio sulla base delle esigenze e della curiosità dei bimbi e lasciandosi guidare anche da ciò che offre la natura. Di solito si organizza un’ escursione  insieme o in piccoli gruppi, alla scoperta delle diverse zone del bosco, alcune nuove, alcune ritrovate.

Le attività proseguono fino ad ora di pranzo, prendendo sempre spunto dal gioco libero per vivere tante esperienze diverse: suonare, disegnare e scrivere con elementi naturali, imparare a riconoscere l’ambiente (le orme degli animali le piante, gli insetti, le ossa), orientarsi, fare l’orto, yoga o semplicemente arrampicarsi sugli alberi, saltare nelle pozzanghere e scivolare nel fango!

C’è una pausa merenda, preparata sempre dalle maestre a base di frutta di stagione, frutta secca, tisane, pannocchie arrostite… a cui di aggiunge, alle volte, qualcosa di dolce preparato dai genitori.

Alcune giornate sono dedicate ad attività specifiche (andare al mercato a fare la spesa, teatro, museo, gite) e progetti strutturati come progetto ecologia, scoperte in inglese, laboratori definiti anno per anno.

A pranzo si ringrazia la terra e gli elementi naturali e anche la mamma o chi ha preparato il pasto, ognuno mangia quel che ha portato da casa e non mancano gli assaggi e gli scambi.

Dopo il pranzo ci si dedica ad attività più rilassanti come letture e chiacchiere intorno al fuoco e ad un nuovo cerchio per chiudere la giornata, salutare gli amici e il bosco.

QUALI VALORI SENTI E VIVI COME PREDOMINANTI IN QUESTA REALTÀ?

Venendo da un esperienza totalmente negativa, mi interessava principalmente la serenità di mio figlio a scuola, ma qui ho trovato molto di più:

C’è rispetto per il bambino a 360°, i suoi tempi, le sue attitudini, il suo carattere, la sua curiosità, la sua fantasia.
E c’è un grande coinvolgimento delle famiglie che non è qualcosa di forzato o dovuto, è un momento necessario alla sopravvivenza del progetto e un’occasione di crescita per le famiglie e per la comunità che si è creata intorno: anche i genitori si incontrano (circa ogni mese e mezzo) in quello che si chiama “cerchio dei genitori” in cui, insieme alle maestre (e a volte anche insieme al pedagogista e ai referenti della cooperativa) si affrontano temi organizzativi, ma anche e soprattutto emotivi; si affrontano tematiche educative e si esternano dubbi, paure, difficoltà.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE POSITIVE E LE CRITICITÀ’ DI QUESTA SCELTA?

Il metodo educativo e il coinvolgimento della natura sono il punto forte, perché qui non si tratta solo di stare all’aria aperta ma soprattutto di interagire con la natura, conoscerla, rispettarla e trarne stimoli pressoché infiniti e questo permette una crescita sana sotto ogni punto di vista, sociale, motorio, comunicativo..

Il modo in cui i bambini vivono a scuola, come scoprono il proprio corpo, le proprie possibilità e limiti, sono totalmente diversi da quello che accade nelle scuole tradizionali; qui hanno la possibilità di confrontarsi con altri bambini e con gli adulti, hanno la possibilità di litigare in maniera costruttiva, imparando che è giusto sfogarsi ma anche controllarsi, trovano il modo di comunicare, di arrivare ad una soluzione comune, di allontanarsi se non è il momento.

Si confrontano col pericolo e imparano a riconoscerlo ed evitarlo o superarlo.

Hanno libertà di movimento e la possibilità di un apprendimento principalmente sperimentale che coinvolga tutti i sensi.

L’aspetto critico è certamente l’organizzazione: l’orario è ridotto rispetto alla scuola tradizionale (8.30-14); l’abbigliamento tecnico ha un certo costo; bisogna mettere in conto qualche lavatrice in più, la macchina non proprio in ordine, qualche segnale del bosco in casa.

Ma devo subito dire che molti di questi problemi si risolvono grazie a quella comunità di cui parlavo (car pooling, aiuto nel tenere i bimbi dopo scuola, mercatino dell’usato..) e una busta dell’ikea, ideale come camerino dove depositare il pargolo all’uscita da scuola e denudarlo dello strato infangato, per poi depositarlo sul seggiolino con un grado di pulizia piuttosto dignitoso.

QUALI SONO GLI ASPETTI POSITIVI IN GENERALE DEGLI ASILI/SCUOLE NEL BOSCO?

Come dicevo, il contatto con la natura da cui tutto deriva: respirare aria pulita, libertà di movimento, potersi esprimere e imparare a farlo, seguire le proprie inclinazioni, apprendimento esperienziale che coinvolge tutti i sensi.

Sicuramente la solida struttura formale alla base di questo progetto è un valore aggiunto da non sottovalutare, voglio specificarlo perché ultimamente stanno nascendo tante realtà simili ma vivendo l’esperienza dall’interno mi sento di dire che non basta essere educatori o pedagogisti, così come non basta avere una formazione per l’outdoor per portare avanti un progetto del genere, che vede coinvolto un bosco vero e proprio e non il giardino comunale, che presuppone che i bambini stiano all’aperto con qualunque clima e non è proprio prevista una struttura in muratura ma solo un tepee. Ci vuole una specifica formazione nell’educazione outdoor, ci vogliono solide realtà con cui confrontarsi e un aggiornamento continuo degli educatori.

CI SONO ASPETTI MIGLIORABILI? QUALI?

Non so risponderti; rispetto al primo anno è migliorata molto l’organizzazione (ad esempio prima non c’era il bus) e la gestione dei tirocinanti che supportano le maestre (è capitato che si accavallassero o qualcuno non frequentasse con costanza mentre adesso c’è una richiesta di periodi e frequenza definita per dare punti di riferimento definiti ai bambini).

Sono aspetti secondari a cui non avrei pensato ma che si sono sviluppati nel corso dell’esperienza e dal confronto maestre famiglie; mi aspetto quindi che altre situazioni miglioreranno nel tempo ma ora mi sembra che tutto fili liscio come meglio non si potrebbe

CONSIGLIERESTI LA TUA ESPERIENZA AD ALTRI GENITORI? QUALI CARATTERISTICHE DOVREBBERO AVERE LE FAMIGLIE PER AFFRONTARE IN MANIERA CONSAPEVOLE QUESTA SCELTA?

La consiglio fortissimamente a chi crede nell’ outdoor e nelle risate dei bambini, a chi crede nel valore aggiunto del vivere a contatto con la natura, a chi è disposto a mettersi in gioco e a fare qualche sacrificio organizzativo, a chi non da fastidio il fango.

VORRESTI CONDIVIDERE UN PENSIERO FINALE?

La meraviglia di iniziare la giornata respirando il bosco? Provare per credere!

Per approfondimenti sulla pedagogia nel bosco vi invito a leggere i contenuti nel sito ufficiale di Asilo nel Bosco.



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